LA RICERCA DI BASE

Per impostare le linee guida di DescriVedendo, fra il 2015 e il 2016 è stata condotta una ricerca basata su un’osservazione sperimentale che chiamava in causa persone normovedenti, le quali dovevano lavorare in coppia, assumendo due diversi ruoli:

  • quello del descrittore, cioè di un soggetto che aveva il compito di descrivere liberamente i contenuti di un dipinto che al momento gli veniva mostrato in forma di riproduzione a colori;

  • quello dell’ascoltatore/validatore, cioè di un soggetto che doveva immaginare il dipinto reso dal solo racconto e successivamente, quando gli veniva mostrato, valutare in cosa fosse coerente o incoerente rispetto alle informazioni ricevute dal soggetto descrittore.

Questo metodo di indagine, anche se non chiama in causa direttamente persone con disabilità visiva, mette alcune persone normovedenti nella provvisoria condizione di non vedenti. È tuttavia importante che essi siano nella realtà normovedenti, perché devono a posteriori poter verificare   (dopo il racconto) in cosa il dipinto corrisponde o non corrisponde all’immagine mentale che la descrizione ha loro evocato.

L’analisi dei protocolli di questo lavoro ha permesso di isolare tre tipi di elementi narrativi:

  • quelli funzionali, cioè adatti a suscitare immagini mentali che si sono poi dimostrate coerenti con il dipinto descritto;

  • quelli disfunzionali, che involontariamente suscitavano immagini mentali non coerenti con il dipinto descritto;

  • quelli omessi, cioè quegli aspetti che non sono stati trasferiti, ma che sarebbero stati importanti per evocare un’immagine mentale coerente e completa.

Naturalmente questo lavoro è stato realizzato adottando strumenti per ridurre possibili bias, ruotando le coppie di descrittori-ascoltatori/validatori, cambiando il soggetto dell’immagine da descrivere e adottando canali di comunicazione prima orali e successivamente scritti.

Il risultato è confluito nelle prime linee guida DescriVedendo, che costituiscono un percorso, aperto a chiunque, per poter fare descrizioni di immagini più efficaci, riducendo il numero di informazioni non corrette che involontariamente si possono trasferire a chi ascolta senza poter vedere.

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